di Aurelio Mancuso

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E finalmente per la sinistra italiana scese in campo il cardinal Angelo Bagnasco che con un fendente da tramortire qualsiasi politico italiano, tuona contro “i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie”, che a suo dire sono un danno sociale a prescindere dalla notorietà. Il capo dei vescovi italiani non ha inteso fare un favore a Bersani, Bindi, Vendola e Di Pietro. Ha riaffermato un concetto antico più delle mura leonine, e che ha permesso alla gerarchia cattolica di farne una peggio di Bertoldo nelle segrete stanze e di benedire soavemente le folle nelle grandi adunate. Colpendo, non citandolo, Berlusconi, il cardinale educa tutta la classe politica italiana che tragicamente a sinistra lo applaude, e a destra lo interpreta come alto messaggio non rivolto al premier. Siamo alla commedia, d’infimo livello. La gerarchia che nessun profilo morale può rivendicare rispetto alla politica, ancora una volta lancia il suo avvertimento nel momento giusto, dopo aver sostenuto in toto il berlusconismo, dalla sua nascita ad oggi. Ora con prudenza e sapienza, qualità disperse tra i partiti italiani, esprime non malcontento per il passato, ovvero di tutte le tremende operazioni politiche, leggi, scandali, arroganze, prodotte dal sistema del Cavaliere, ma per un presente che sbrigativamente deve concludersi per non essere coinvolta in nessuna critica postuma.

La Cei deve salvaguardare i suoi privilegi, dal meccanismo truffaldino dell’8 per mille al non pagamento dell’Ici, per questo si muove in anticipo, riorganizza la sua politica, cerca di sollecitare sognanti riunificazioni politiche dei cattolici italiani, che sa benissimo essere impossibili, per operare nel concreto chiamando all’ordine tutti i suoi ambasciatori presenti in tutti i partiti, proprio tutti. E ancora una volta la sinistra italiana fa un doppio errore: applaude i richiami moralistici degli eunuchi per il regno dei cieli, oscura il suo dovere di costruire una concreta alternativa a favore della campagna di denigrazione personale dell’avversario. Sul primo punto la sinistra, invece, se avesse davvero consapevolezza di se dovrebbe cortesemente respingere al mittente gli strali del cardinale, chiedendogli conto di cosa intende per “comportamenti licenziosi e relazioni improprie”, quelle nelle case private che poi, con la scusa delle inchieste diventano il buco della serratura dove spiano milioni d’italiani? E quale danno procurerebbero alla società? I giornali del centro sinistra, a iniziare da La Repubblica, invece di sperticarsi in complimenti e adesioni, perché non spiegano la loro difesa a fasi alterne della privacy? Insomma è tutto un gran pasticcio ed è inevitabile, nonostante alcuni pregevoli tentativi da parte dei leader del Pd e di Sel, di raccogliere idee e proposte per togliersi da questa melma puzzolente d’ipocrisia benedetta, che salga alto nel cielo l’odore dell’incenso che è pronto a benedire l’esimio berlusconismo, in attesa di intonare il Te Deum per il prossimo leader, che sarà vincolato da una parte dalla più pervicace organizzazione conservatrice, che con le sue azioni impedisce che l’Italia finalmente fuoriesca dall’arretratezza in cui è sprofondata, e dall’altra dalle vere caste, che si fidano solo di loro stesse e dei loro mass media.

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