Ho letto oggi che Giuseppe Schisano, attore che prossimamente sarà protagonista del nuovo film di David Petrucci “Cane Pazzo”, si è operato ed è diventato donna. La sua intervista, raccolta dall’Adnkronos, è una bellissima e delicata testimonianza di presa di coscienza e di estremo coraggio a essere conseguente rispetto alle sue sensazioni e consapevolezze. Brava Vittoria! E anch’io spero, che ora il cinema non ti discrimini e ti affidi ruoli femminili!

L’intervista

Cinema: Giusepe Shisano, cambio sesso ora sono Vittoria. L’attore “La mia anima è donna, ora mi sento più normale di prima”

Giuseppe Schisano, cambia sesso, e diventa Vittoria: “la mia anima è donna, ora mi sento molto più normale di prima”. L’attore, prossimamente al cinema protagonista del film di David Petrucci ‘Cane Pazzo’ nei panni di un giornalista ossessionato dalla ricerca di un serial killer, ruolo, racconta all’ADNKRONOS, il cammino che lo ha portato a questa scelta. “In realtà, ho sempre sentito molto forte in me il lato femminile e l’ho nascosto a me stesso per anni e anni prima che agli altri”. “Quando sei giovane – spiega – non capisci precisamente quello che senti ed anzi estremizzi l’opposto. Così ho fatto mascolinizzandomi sempre di più. Mi sono fatto crescere la barba e sono andato in palestra a sviluppare muscoli e ho assunto un atteggiamento più maschile di quello che avrei avuto naturalmente. Poi, sul set di ‘Cane Pazzo’, film nel quale il mio personaggio, platealmente eterosessuale, doveva più che mai trasferire l’immagine di un uomo vissuto, sciupato (ben diverso, insomma, dal principino o dal fidanzatino interpretato altre volte) sono andato letteralmente in crisi. Mi guardavo allo specchio e non riuscivo a riconoscermi. Mi piaceva l’uomo che vedevo, ma come mio fidanzato, non come me stesso”. “Ho cominciato a star male già mentre giravo e poi – dice – sono andato proprio in depressione e la verità che ho tenuto nascosta per una vita mi si è rivolta contro con una forza sovrannaturale e incontrollabile. All’inizio non l’ho detto a nessuno”.

“Non riuscivo a mangiare, ne’ a dormire – racconta ancora Vittoria – e al solo guardarmi allo specchio mi davo fastidio. Poi pian piano ho trovato la forza per uscire allo scoperto e ho cominciato a confidarmi con i miei amici, insomma, la famiglia che ti scegli da grande e lo mi hanno dimostrato subito amore, pur avendo paura per le conseguenze della scelta che stavo maturando”. La seconda tappa è stata quella di parlare con sua sorella: “Lei rappresenta il modello di donna. E’ più grande di me e mi è sempre stata vicina. Anche in questa occasione mi ha incoraggiato, mi ha aiutato a smettere di piangere. Mi ha detto che Giuseppe o Vittoria sarei stato sempre io e avrei avuto da lei l’amore di sempre. Poi sono andato a Napoli dai miei ed è stato molto più difficile, ma non volevo che sapessero della mia scelta dai giornali. Ho cercato di spiegare a mia madre che non è una imperfezione diventare donna, ma che è, piuttosto, la mia perfezione”. “Prima eterosessuale, poi, negli ultimi cinque anni della mia vita omosessuale, ma nemmeno così mi sentivo io. Non era neppure questa la mia verità, perché il punto è che io non mi sento uomo. Quando sono andato dal medico per cominciare la cura ormonale che precede l’intervento chirurgico, si è stupito che io non l’avessi già intrapresa da tempo perché dalle analisi risultava già che i miei ormoni femminili sono superiori a quelli maschili”.

“Il cinema, che amplifica sempre tutto – osserva Vittoria – si era già accorto di questa cosa perché mi assegnava, salvo l’ultima esperienza, sempre ruoli delicati. Mentre ero in piena crisi, dopo ‘Cane Pazzo’, mi sono arrivate proposte per ruoli maschili che ho rifiutato avendo la necessità di fare il mio percorso e di non entrare in un ulteriore personaggio, quanto, piuttosto, nella mia vera vita”. Insomma il futuro professionale può  essere solo rosa: “Spero che mi arrivino ruoli femminili potendo così  portare la mia vera anima e la mia vera arte nel cinema. Il percorso di trasformazione è’ appena iniziato, ma ci sono persone che già non mi riconoscono”. E il nome Vittoria come e’ venuto fuori? “L’ho sentito naturalmente mio e sporti che porti bene a me e a tutti coloro che intraprendono un cammino di consapevolezza a qualsiasi livello per essere se stessi senza paura”. La transessualità, argomenta, “non deve più ricondurre l’immagine mentale alla prostituzione. Io voglio portare un messaggio di diversa normalità. Se anche avessi fatto l’ingegnere – assicura – avrei continuato a farlo da donna e così sarà per il mio lavoro di attore”.

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