Il dibattito che si è sviluppato sulle pagine di Europa, dopo il voto al parlamento europeo sul matrimonio gay, cui le due importanti esponenti del Pd Patrizia Toia e Silvia Costa hanno espresso parere negativo, si è poi arricchito della sentenza della corte di cassazione, che per la prima volta in Italia esprime due concetti importanti. Il matrimonio non può più limitarsi all’unione tra persone di sesso diverso, le coppie gay sono famiglia e soggette al riconoscimento giuridico.Il dibattito è aperto, e ciclicamente si approfondisce, registra importanti prese di posizione e volontà di conoscenza reciproca. E proprio questo confronto, che le due parlamentari europee chiedono si debba sviluppare dentro il Pd, sarebbe tanto urgente visto che manca un anno alle elezioni politiche e il maggior partito d’Italia non può giungere impreparato e soprattutto diviso. Accettando la sfida delle due esponenti politiche e condividendo parola per parola l’argomentare dell’onorevole Anna Paola Concia, che ha spiegato quali sono le determinazioni scientifiche anche in materia di figli nati in famiglie omosessuali, e quale significato assumono le sentenze delle corti costituzionale e di cassazione, vorrei aggiungere due elementi alla discussione. Preciso inoltre che non risponderò all’offensivo e raccapricciante articolo di Arnaldo Sciarelli, perché le sue affermazioni non possono stare alla base di alcuna volontà di dibattito civile. Tornando al dunque, a Patrizia Toia e Silvia Costa faccio una richiesta formale: promuovete un’indagine del parlamento europeo che analizzi nei paesi dell’Unione che hanno nella loro legislazione i matrimoni anche per i gay, i Pacs, le unioni civili, quali sono state le ripercussioni sul tessuto sociale familiare eterosessuale, quanti bambini sono nati in confronto percentuale con l’Italia, quali sono le politiche di welfare dedicate alle famiglie e le loro differenti articolazioni.In attesa che le nostre esponenti Pd, ci espongano sui dati complessivi, posso già rassicurarle che nei paesi, dove i dati sono facilmente reperibili, la fotografia sociale racconta di un aumento degli impegni familiari da parte di tutti, di un confortante aumento dei bambini nati, di politiche atte a sostenere effettivamente genitori, figli, con strumenti efficaci riguardanti la cura, la gestione, il rafforzamento dei legami affettivi. Ampliare la possibilità di assumersi delle responsabilità verso l’altro, come bene ricordavano i Gesuiti quattro anni fa in un loro documento, aiuta la società ad essere più solidale e giusta. Quindi, per chi si propone di essere “democratico” ponendosi al servizio di un progetto per un futuro nuovo per il nostro paese, partire dalle libertà, coniugate con le responsabilità, dovrebbe essere automatico mettere al centro la promozione del benessere delle persone in contrasto con l’egoismo e l’odio dilaganti.Dobbiamo saper parlare di tutto, di matrimonio o meno, di responsabilità genitoriale e tutela dei minori, senza reciproche diffidenze e pregiudizi. E vengo al secondo punto. Mi piacerebbe che esponenti così importanti del partito cui sono iscritto, promuovessero innanzitutto una riflessione che partendo dalla propria fede ricercasse strade d’incontro e non di conflitto con il popolo omosessuale italiano.Tutti questi no, che troppo volte ascolto affranto, da parte di politiche e politici che si dichiarano cattolici, sempre più sono percepiti come ripetizione di una filastrocca imparata a memoria, tra l’altro superata da dichiarazioni come quelle dell’arcivescovo Fisichella, piuttosto che dalle riflessioni che si trovano in tanti scritti di teologi, importanti intellettuali, fino alle profetiche affermazioni del cardinale Martini.C’è un luogo, questo sì, che coinvolge le coscienze delle e dei leader credenti del Pd, dove discutere? Dove riflettere non su contorte mediazioni, ma su percorsi condivisi? Se invece ci si attarderà a mantenere eretto il muro dell’esclusione, questo prima o poi crollerà, senza che il meglio della tradizione del cattolicesimo italiano abbia fornito un suo positivo contributo. Questo impoverirà ancor di più un messaggio politico e culturale, che da tempo sembra aver smarrito la sua capacità originale di coniugare il messaggio evangelico con l’evoluzione della società italiana.

Di Aurelio Mancuso

viaGay, troppi no anche nel Pd – Europa.

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