il garantista - reggio calabria - 12-03-15di Aurelio Mancuso per Cronache del Garantista ed. Reggio Calabria 

Provo a spiegare, al sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e ai consiglieri comunali presenti in aula, che all’unanimità hanno sostenuto la mozione sulla “famiglia naturale”, presentata dal rappresentante di Forza Italia Massimo Ripepi, cosa hanno votato e, perché a una persona mediamente di buon senso le preventive e successive dichiarazioni del primo cittadino appaiano perlomeno curiose. L’altro giorno nel Consiglio comunale è stato illustrato dal consigliere azzurro, un ordine del giorno identico a quelli assunti in due regioni, Lombardia e Veneto e in due comuni, Assisi e Palermo. I gruppi di centro destra in tutte queste istanze istituzionali si sono fatti protagonisti nel sostenere che sia in atto una pericolosa campagna per l’affermazione delle teorie gender (misteriosa nuova categoria di cui non si spiegano mai i contorni precisi) tesa a plagiare i bambini nelle scuole italiane e far sì che dubitino di appartenere al genere maschile o femminile. Questa aggressione alla stabilità sessuale dei minori è portata avanti dalla lobby “omosessualista” (composta da organismi internazionali tipo l’Onu e l’Ue, dall’Unar, strumento della presidenza del Consiglio dei ministri, dalle associazioni lgbt, con la complicità di politici e personalità varie), che cerca di introdursi appunto negli istituti scolastici e trasformare tutti i malcapitati in ibridi sessuali. Per respingere questo complotto è necessario ribadire che la famiglia è una, quella composta da uomo e donna, possibilmente sposata (non si cita nel documento, ma gli ispiratori lo dicono in diverse sedi, meglio se cattolica). Leggi come quella contro l’omofobia, primo relatore alla Camera Ivan Scalfarotto, oggi sottosegretario del governo Renzi, sono pericolosissime perché se approvate definitivamente (il testo langue al Senato) impedirà la libertà di pensiero e, nessuno più potrà affermare di esser contrario al matrimonio e alle adozioni gay. In estrema sintesi questi sono gli assi portanti della mozione cui il sindaco e la sua maggioranza hanno dato l’assenso, mentre nelle due regioni e nel comune di San Francesco il Pd si è strenuamente opposto ritenendo il testo offensivo nei confronti delle persone omosessuali, artificiosamente divisivo rispetto a una società in cui convivono pacificamente differenti forme familiari. E’ bene ribadire che il sostegno della famiglia tradizionale non solo è condivisibile, è oggettivamente un corretto atteggiamento delle istituzioni, perché l’aiuto a questo nucleo sociale alimenta un welfare solidale, contribuisce al benessere generale. Ciò che è irricevibile l’inesistente attacco all’integrità familiare tradizionale organizzato dalle persone omosessuali, che invece semplicemente richiedono pari dignità e tutela, il riconoscimento giuridico dei loro amori. Il primo cittadino di Reggio Calabria ha detto che i critici rispetto all’atto approvato, non lo hanno compreso e, che lui, è un vero amico dei gay, tanto che presto sarà istituito il Registro delle unioni civili. Caro Falcomatà, le faccio un esempio così da farle comprendere in cosa si sta infilando: è come se lei avesse approvato una mozione per cui la famiglia composta da solo bianchi sia l’unica che può accedere agli uffici pubblici e, ora voglia votare un documento dove afferma che però le famiglie nere o miste hanno diritto di non essere aggredite dai funzionari comunali. Allo stesso modo le persone e le coppie omosessuali della sua concessione sul registro la percepiranno come offensiva, francamente tragicomica. C’è solo una strada, per uscire da questa situazione: la cancellazione della mozione votata, sostituita da un sostanzioso programma di impegno di tutela e aiuto per tutte le famiglie. In questo senso potrà farsi aiutare da centinaia di sindaci, assessori, amministratori del partito democratico che da anni concretamente operano sul terreno della conciliazione di tutte le differenze. La invito inoltre a informarsi sullo stato di salute della famiglia tradizionale nei venti paesi europei, dove sono state approvate normative contro l’omofobia e per il riconoscimento giuridico delle coppie gay, scoprirà un mondo.

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