Caro Dalla, io ti difendo
In queste ore migliaia di persone sono in fila a renderti omaggio, nella tua bella Bologna, la città che tu vivevi appieno. A volte, com’è capitato anche a me un sabato notte, ti si poteva incontrare semplicemente in un bar a fare battute e proporre brevi ficcanti ragionamenti. Su alcuni siti e sui social network girano biografie più o meno bislacche, sulle tv nazionali prevale l’agiografia. Sono certo per quel poco che ho compreso ammirandoti come fan e come estimatore delle tue prudenti eccentricità, che starai ridendo di gusto, soprattutto nei confronti dei soliti avvoltoi, che vogliono dire la loro sulla tua sessualità, sulle tue stravaganze, sulle tue riservatezze.continua a leggere Colpisce una certa veemenza di questo outing post mortem che fa sorgere dubbi sulla buona fede, di chi oggi grida ai quattro venti che tu in vita avresti dovuto dire con chiarezza che eri omosessuale, siccome ricco e amato da un vasto pubblico, il tuo mancato coming out, autorizza a giudizi postumi violenti e ipocriti. Sono sempre stato convinto che le persone bisogna saperle rispettare per quello che sono, anche quando atavicamente si nascondono, nella maggioranza dei casi soprattutto da se stesse, perché non trovano il coraggio. Solo i fanatici sostengono che tutti i supposti gay devono dichiararsi, pena la possibilità di esser additati dall’élite dei puristi gay, che “rappresentano” la comunità lgbt. Non so quali siano state le tue ragioni, né se tu ti percepissi esclusivamente omosessuale o meno, quello che importa è che proprio chi si batte tutti i giorni per superare le discriminazioni, dovrebbe non imporre percorsi inevitabili da seguire. La tua ipotetica dichiarazione avrebbe aiutato molti ragazzi, dato ancora più forza alla nostra comune azione di abbattere il muro dell’ipocrisia eretto dalla politica italiana. Ma la costrizione è un’altra cosa, e proprio ai ragazzi e alle ragazze italiane omosessuali abbiamo detto in questi anni, che ogni percorso individuale va rispettato, che per vivere serenamente la propria omosessualità non sono necessari manifesti pubblici, ma solide azioni nella vita personale affinché questa condizione sia vissuta con equilibrio e felicità. Sappiamo noi se tu Lucio Dalla fossi felice o meno? Quali fossero le tue intime pulsioni e soprattutto i tuoi complessi sentimenti? Tutta questa insistenza postuma sulla tua sessualità, è davvero sospetta, tanto più che come racconta la storia recente del movimento lgbt italiano alcuni personaggi incitano al coming out a fasi alterne e soprattutto ritengono politicamente lecite o non lecite, l’emersione forzate della sessualità di personaggi pubblici. Lucio riposa in pace, e fatti una sonora e melodiosa risata, grazie per averci regalato il tuo talento.
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