In questo primo anno di attività la rete di Equality Italia ha avuto la capacità di coinvolgere persone ed esperienze assai differenti fra loro per formazione culturale e sociale, per orientamento politico, filosofico e religioso, per impegno in plurimi settori di azione. Con questo bagaglio di prima e paziente tessitura vogliamo proseguire la nostra espansione di nodi territoriali, di reti d’interesse che sappiano coinvolgere ancor di più tante individualità e tessuti sociali organizzati che condividono con noi la necessità, che sta alla base della fondazione di Equality Italia: rendere i diritti civili una proposta trasversale, positiva e arricchente nell’ambito politico e dell’opinione pubblica diffusa.

Trasformare la Cenerentola della politica italiana, ovvero la questione civile, in vigorosa e orgogliosa proposta per una società migliore, ha bisogno di un preciso atteggiamento culturale: ascolto, inclusione, determinazione. Il nuovo Comitato nazionale di Coordinamento, grazie alle socie e i soci fondatori di Equality Italia, può contare su una solidità di pensiero culturale che ha ricevuto in questi mesi apprezzamenti in molteplici ambiti.

Noi siamo una rete che mette al centro della sua attenzione le donne e gli uomini come singole specificità portatrici d’idee, aspirazioni, difficoltà, assenza di ascolto; individui che pensano necessario coniugare il riscatto morale e sociale dell’Italia con l’ampliamento di diritti umani e civili e che questo incontro sia l’unica possibilità per consegnare alle ragazze e ai giovani italiani un Paese concretamente nuovo. Per noi libertà, responsabilità, autodeterminazione, promozione dei valori della laicità e della convivenza costituiscono la base su cui lavorare insieme agire nella società italiana.

Nell’ambito dei diritti civili operano centinaia di realtà, movimenti, gruppi informali con grande esperienza, che assolvono spesso un ruolo di supplenza rispetto alla lontananza delle Istituzioni, a loro va il nostro ringraziamento e proposta di fattiva collaborazione, intensa come possibilità di far incontrare mondi anche distanti, che insieme possono realizzare la speranza di unire sotto una stessa azione la riforma strutturale del nostro Paese, la crescita culturale della società italiana.

La nostra elaborazione è ben definita nel Documento Fondativo, che in questo Congresso confermiamo come il nostro contributo al confronto teorico e di azione a tutta la politica, all’associazionismo, al mondo accademico e intellettuale, a tutte le persone interessate a impegnarsi a sostegno dei diritti umani e civili.

Brevemente evidenziamo alcuni aspetti di cui oggettivamente bisogna tenere conto. In particolare l’attuale crisi economica e sociale che attraversa il mondo e gravemente il nostro Paese, può alimentare atteggiamenti di disattenzione da parte delle classi dirigenti, concentrate a far fuoriuscire l’Italia dal dramma sociale in cui è immersa.

La promozione e l’individuazione concreta di strumenti legislativi, di servizi, di atti amministrativi nel campo dei diritti civili è invece uno dei pilastri portanti che aiuterà a superare la crisi, che è certamente economica e sociale, più gravemente è portatrice di devastanti solitudini, assenze di tutele, precarietà nella vita quotidiana.

Chi era povero fino a pochi anni fa, ha aggravato la sua condizione e il suo status oggi lo condivide con molte persone che non lo erano; la disoccupazione e la precarietà si ampliano, i migranti sono trattati come una necessaria forza lavoro e una fastidiosa presenza sociale, i diritti delle persone disabili si restringono, l’organizzazione sociale impetuosamente mutata negli ultimi vent’anni non riceve alcuna risposta. Dentro questi grandi temi si consumano le ingiustizie, gli abbandoni, le drammatiche solitudini metropolitane, così come nei piccoli centri.

Emergono da molto tempo proposte e iniziative, da parte del tessuto associativo italiano, importanti ma sostanzialmente non accolte da parte di un pezzo della politica, come reali esigenze di mutamento della condizione civile e sociale delle persone.

Equality Italia nei prossimi anni s’impegna a dare voce a chi non ce l’ha, a lavorare in rete e in collaborazione con tutte e tutti affinché e tanti singoli diritti umani e civili negati o discriminati diventino una diffusa e forte proposta di mutamento, di concreta riforma radicale.

Il metodo che seguiremo e rafforzeremo, che sta alla base della nostra stessa fondazione, è la trasversalità, che mette in relazione esperienze e punti di vista politici, sociali e culturali. Intendiamo far lavorare insieme persone che s’impegnano sui diritti delle/dei migranti, dei/delle lgbt, delle donne, dei/delle disabili, delle differenti sensibilità laiche e religiose, delle/dei bambine/e, dei/delle giovani, delle/degli anziane/i. Solleciteremo inoltre confronti e azioni sul tema del fine vita e delle nuove frontiere della ricerca scientifica. Particolare attenzione sarà inoltre rivolto al tema della salute e al diritto di usufruire delle cure e dell’assistenza con i medesimi standard di qualità in tutto il territorio nazionale.

Dal 1° Congresso Equality Italia lancia una diffusa campagna di adesione alla propria rete, con l’obiettivo di giungere entro il 2012 a una presenza di nodi territoriali e tematici in tutta Italia. Allo stesso tempo al fine di adeguare la nostra rete di strumenti efficaci, all’interno del Comitato nazionale di Coordinamento saranno formati staff operativi organizzativi e tematici. In ultimo, intendiamo ampliare il Comitato d’Onore di Equality Italia, che vede già oggi la presenza d’illustri personalità della politica, della cultura, dell’impegno civile, e avviare un percorso che porti entro l’Assemblea delle socie e dei soci prevista entro il 2013, alla costituzione di un Comitato Scientifico.

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