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I 100 giorni del governo Bergoglio – settimanale gli Altri

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Papa-Francescodi Aurelio Mancuso

Papa Francesco deve fare i conti con i suoi primi cento giorni di pontificato, se non altro perché i media, tanto innamorati di questo simpatico capo della chiesa cattolica, aspettano frementi le prime vere mosse. Il vescovo di Roma dopo tre mesi di ascolto e discernimento è atteso al varco rispetto alle attese suscitate dopo la sua clamorosa elezione. Gli atti previsti riguardano essenzialmente tre questioni tutte collegate fra loro e che vanno sotto il nome di riforma della Curia. Bergoglio deve scegliere il nuovo segretario di Stato, metter mano all’organizzazione vaticana, dopo gli scandali resi noti dai dossier, intervenire sullo Ior, prima che la magistratura italiana assesti un colpo mortale all’immagine dello Stato di cui è a capo. Le Commissioni sono all’opera, i primi segnali son già pervenuti con alcuni spostamenti di incarico, ma ciò che chiede il popolo di Dio, soprattutto quello potentissimo delle due Americhe e di parte consistente dell’Europa, è una sferzata che deve esser ben percepita in ogni angolo del mondo cattolico. Sullo Ior sembra che il papa stia maturando la convinzione che la sua stessa esistenza sia un lusso che la chiesa cattolica non si può permettere. (altro…)

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LGBTQ, LE LETTERE SCRITTE E NON DA AURELIO MANCUSO

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Aurelio-Mancuso-aureliomancusioitdi Katia Ippaso

Bimestrale Alternative per il Socialismo diretto da Fausto Bertinotti

Se l’oggetto del discorso è il Movimento Lgtbq  (Lesb/gay/trans/bisex/queer), allora diventa determinante partire dai soggetti. Perché questo non è un tema qualunque di cui si può discutere astrattamente. Qui ogni ragionamento ha un peso in senso anche fisico, nel senso che ogni parola – che sia essa inventata, abusata, spezzata, glorificata o ripescata dal sommerso e ripetuta fino alla nausea -, ecco, proprio ogni parola in questa vicenda è avvitata alla storia dei corpi, ai vissuti, alle scelte di ogni singolo individuo. Come si fa a dialogare con Aurelio Mancuso, per esempio, presidente di Equality Italia (rete di promozione di tutti i diritti civili), ex segretario ed ex presidente dell’Arcigay (dal 2001 al 2010), giornalista e attivista di area bersaniana, studioso di teologia, gay dichiarato e cattolico del dissenso, senza partire dalla sua stessa biografia, da quel lontano 1994 in cui decise di buttare una piccola bomba nell’ambiente valdostano scrivendo un articolo dal titolo Io minoranza in cui dichiarava di essere omosessuale (e questo avveniva non altrove, nella emancipata Inghilterra o negli States, ma proprio nel suo luogo d’origine e d’appartenenza)? (altro…)

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Pride: una festa e una battaglia, ma senza liturgie – settimanale gli Altri

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matrimonio-gay

di Aurelio Mancuso

Inesorabile come l’8 marzo, meno impegnativa del 1 maggio, destabilizzante come le feste di papà e mammà, è giunta la stagione dei Pride. Il 28 giugno 1969 un manipolo di travestite e transessuali diede del filo da torcere alla polizia allo Stonewall Inn sulla 53° Christopher Street di New York, che per l’ennesima volta irrompeva nei locali gay. Nessun omosessuale in giacca e cravatta era presente, alcuna scintilla di rivendicazione politica classica ha provocato l’ira delle frequentatrici e frequentatori di quel bar, solo la stanchezza e l’umiliazione hanno armato queste persone dei loro tacchi volati contro gli agenti armati di bastoni e disgusto nei confronti dei “pervertiti”. E lo sfoggio di rossetti, tacchi, vestiti colorati sono l’anima stessa dei Pride, della nostra Liberazione che da quel piccolo locale si espansa in quarantaquattro anni e ha travolto prima l’Occidente e ora tutto il mondo, i pregiudizi plurimillenari. In soli quattro decenni la gran parte degli stati degli USA hanno leggi sul matrimonio egualitario o sulle unioni civili, così come il Canada, alcuni paesi dell’America Latina, la gran parte dell’Unione Europea, e così via. (altro…)

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Diete. Un solo consiglio: buon cibo e…ginnastica da camera -settimanale gli Altri

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di Aurelio Mancuso

Grasso è bello ricordano tante stonate dicerie, spot, antiche credenze, interessati sostegni folkloristici.  Il grasso è diffuso, popolare, sensuale, e socialmente accettato, o meglio compreso, tra la gran parte degli italiani, che del cibo non hanno solo la passione, ma a tratti una robusta ossessione. Al netto dei luoghi comuni per cui i milanesi della city sono da un’insalata e via, o i romani paninari, e i torinesi e genovesi ci tengono alle porzioni equilibrate e non sature, nell’italico suolo si mangia dappertutto, troppo, con gran gusto, affidandosi ai Mac piuttosto che alle trattorie. E se qualcuno vi racconta che però le nuove generazioni stanno più attente, rammentate sempre che dipende dai luoghi e dalle condizioni sociali, perché il grasso non è solo abbondanza, ma è pure frutto di disordine, d’ingestione di alimenti di bassa qualità, di diete cariche di pochi e non nobili elementi nutrizionali. Tra tutto questo e il regime dominante del fisicamente irreprensibile, costruito a dura prova della propria tenuta fisica, tra ore di lavoro o studio, palestre sempre più attrezzate come istituti di espiazione per i ciccioni, c’è il buon senso, che non sguazza mai tra le nostre latitudini mangerecce. (altro…)

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Il 22 maggio: Insieme a Josefa, ma niente leggi speciali – settimanale gli Altri

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josefa idem

di Aurelio Mancuso

La nuova ministra Josefa Idem ha deciso di avviare un confronto ampio sul tema della violenza e delle discriminazione in ragione del genere, dell’orientamento sessuale e identità di genere, promuovendo per il prossimo 22 maggio una giornata insieme a tutte le reti e realtà associative impegnate in questa difficile battaglia. Dopo la vicenda della rimozione dell’esponente del Pdl Biancofiore da sottosegretaria alle Pari Opportunità, la ministra ha certamente compreso che il suo dicastero, a torto valutato come marginale, è invece l’avamposto istituzionale di un tema complicato e sempre esposto all’attenzione dei media. Quindi, centri anti violenza, telefoni amici, linee gay, femministe, sindacati, gruppi trans, come aveva pensato già a suo tempo Barbara Pollastrini, possono confrontarsi e condividere un’azione efficace. L’attenzione c’è tutta e la continuativa sequela di uccisioni di donne, di violenze di tutti i tipi perpetrate da mariti, fidanzati, ex, conoscenti, non può concedere indugi, ne affidarsi ai soliti appelli dei mass media, che alla lunga diventano stanchi rituali. La violenza sulle donne, l’omofobia e la transfobia delittuose, hanno radici comuni e differenze importanti. Il dominio del maschio eterosessuale su tutto ciò che per diritto divino e potenza della storia millenaria di supremazia, deve incarcerare ai suoi voleri le donne e le persone lgbt. Troni e Altari, filosofie e regimi dittatoriali, democrazie immature e uso strumentale delle conoscenze, hanno tramandato per le donne la sudditanza, per le persone lgbt il buio della clandestinità. (altro…)

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