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Non ci giriamo intorno: è crollato il Pci – settimanale gli Altri

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bersanidi Aurelio Mancuso

Inutile ricercare formule originali per descrivere le macerie in cui è ridotto il Pd. I risultati raccontano con drammatico realismo un dato inconvertibile è crollata la roccaforte di Botteghe Oscure. Da quel lontano 1989 a oggi gli eredi del PCI e in seguito insieme a una parte della Dc, hanno tentato di mantenere in piedi l’area di un terzo dell’elettorato che a tratti si è espansa oltre, per assaltare democraticamente i palazzi del potere, ma non sono mai riusciti a sfondare per ottenere una maggioranza solida, qualsiasi sia stata la legge elettorale per le elezioni politiche. Le analisi si stanno sprecando, rimanendo su una linea il più possibile oggettiva, Bersani ha cercato di mantenere saldo quel terzo sperando in un ampliamento sufficiente per ottenere la maggioranza, ma la vittoria è mancata . Molti pensano che con Renzi il risultato sarebbe stato alla portata, dimenticando un altro dato oggettivo, probabilmente l’erosione del voto a sinistra sarebbe stato importante, non compensato da un recupero sul fianco destro, che come si è visto si è rinsaldato da una parte intorno al Pdl e dall’altra ha seguito la strada grillina. Rimane ora da capire come si potrà affrontare una situazione esplosiva, da una parte la missione impossibile di formare un governo, dall’altra l’apertura della fase congressuale. (altro…)

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Adozioni gay: l’Europa batte due colpi – il Manifesto

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Aurelio Mancuso

In un sol giorno l’Europa ci fa sentire sempre più piccoli e inadeguati. Con una sentenza che muta ulteriormente la legge sulle unioni civili riservate ai gay in vigore dal 2001, la Corte Costituzionale tedesca ha deciso sul caso di una coppia nella quale uno dei due partner aveva adottato un bambino, e l’altro voleva poter a sua volta diventarne genitore adottivo. Grazie alla sentenza di ieri, sarà possibile l’adozione successiva, non prevista nell’attuale testo, mancanza ritenuta dai giudici costituzionali tedeschi come una lesione delle pari opportunità. La norma sarà operativa dal giugno 2014. Non meno dirompente la decisione, assunta sempre ieri, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo (la cui giurisdizione è riconosciuta da 46 paesi del Consiglio d’Europa) per la quale è discriminatorio vietare l’adozione di bambini alle coppie omosessuali se i piccoli sono figli di uno dei due partner della coppia.  Il caso riguarda due donne austriache, che convivono da anni e il figlio che una di loro ha avuto da un uomo con cui non era sposata. Dopo aver concluso un accordo di adozione con il padre nel 2005 al fine di creare un legame legale tra il minore e la compagna della madre, le due donne si sono però viste respingere l’intesa da un tribunale locale. (altro…)

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L’odore acre del corpo

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 n° 3 Rivista Outlet trimestrale in edicola dal 15 febbraio

di Aurelio Mancuso

La libertà è come una fastidiosa pustola che ti ricorda che qualcosa nel tuo corpo ribolle sempre. Ne vorresti far a meno, ma per effetto degli agenti esterni e interni è sempre lì inesorabile a suscitare raspamento intellettuale e fisico. Parola sovraesposta alle mode degli ultimi decenni, la libertà la trovi nel fustino del detersivo per lavatrici come negli articoli di Saviano, senza che tu l’abbia voluta richiedere ti sbatte la sua presenza inesorabile e sempre più consunta. Lo sfoggio di se stessa, nella rete come nei programmi di partito si compiace della sua svalorizzazione che ne fa una fede pret à porter saporita come le verdure che si acquistano all’Esselunga. Quel tuo vibrare intimo, dedicato solamente nei pochi e seri momenti di onanismo, non gli restituiscono la sapidità della passata conquista, perché anche il tuo corpo adolescenziale, come solcato dal tempo, la esalta nell’orgasmo da Ikea, carino, contenuto, ben proposto. La libertà è un piacere che nel tempo nostro è il lusso di abbandonarla e riprendersela quando se ne ha voglia, negandola a se stessi nelle carezze profonde degli amanti maleducati, da poter cacciare via l’istante dopo la risistemazione delle lenzuola. (altro…)

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Le parole di Bagnasco e la Cei smemorata dell’era Berlusconi – il manifesto

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Di Aurelio Mancuso

Fra alcuni cattolici che militano a sinistra circola una riflessione a proposito dell’ineludibilità della sfida che, fra le altre, ci lanciano le parole del cardinal Bagnasco se «l’individualismo sia la madre di tutte le crisi». Ne ha scritto Claudio Sardo sull’Unità di sabato scorso. Ne scrivo qui su il manifesto che mi offre lo spazio negatomi sul quotidiano fondato da Gramsci. Ciò che colpisce, nei ragionamenti che leggo, è l’assenza completa di una critica che il cattolicesimo democratico ha sempre mosso alla gerarchia: quella di non aver fatto i conti fino in fondo con la democrazia, con la laicità dello Stato, con la distinzione tra la giusta volontà di esprimersi dei vescovi e le responsabilità dei politici cattolici. Come si possono prendere per buone le riflessioni di Bagnasco che invita i cattolici in politica a non operare preferenze tra i temi sociali e quelli etici, ma di interpretare la loro missione nell’agora come un unicum di coerenze e valori non negoziabili? Dov’era la testimonianza intransigente della Cei e del Vaticano in questi vent’anni, quando aderiva a una parte politica cui perdonava nichilismo, individualismo, provvedimenti razzisti, devastazione dei servizi agli ultimi? Nel tempo del confronto elettorale possiamo accogliere le indicazioni che provengono dalla Cei come importanti. Ma la memoria non ci inganni: i vescovi italiani hanno supportato il berlusconismo per bieco interesse terreno, per difendere le proprietà, l’insegnamento privato, i privilegi, atteggiamenti che tra l’altro ampliano un penoso abbandono dei luoghi dell’ecclesia. Un cattolico che sta a sinistra può evitare di rammentare tutto questo? Non chiedo alcuna apertura di scontri; penso che sia sufficiente un mite rapportarsi alle indicazioni del Concilio Vaticano II e alle migliori esperienze che da quella straordinaria Grazia sono scaturite. L’integrità e la coerenza, valori sempre evocati dal Magistero, che significato assumono nel nostro Paese? Al Pd come a tutto il centro sinistra non può sfuggire l’influenza che i poteri ancora esercitati dalla gerarchia hanno sulla società, cui risponde con un punto di vista ben sintetizzato dal “mi ricordo di te”. Allo stesso tempo i partiti sono strumenti, che ricercano il consenso proponendo idee e provvedimenti che riscuotano adesione. A dar retta alle ricerche svolte negli ultimi anni, sia i credenti praticanti, sia quelli distratti, condividono largamente una proposta che tenga insieme diritti sociali e diritti civili, che riconosca dignità, differenze, autonomie anche nel campo etico. Questo non significa adagiarsi in una visione secolarizzata in cui Dio non è più necessario. È l’esatto contrario, come ci hanno insegnato Carlo Maria Martini, Hans Kung e molti altri biblisti e teologi: la ricerca di Dio sta dentro le sofferenze e le contraddizioni dell’uomo e della sua città. La sfida per i cattolici di sinistra sta nel non accontentarsi, riappropriandosi di riflessioni che nei decenni scorsi hanno portato a sostenere battaglie civili come il divorzio, il diritto di famiglia, la legge 194. Non serve ricordare al direttore dell’Unità, ché ben lo sa, che in quelle stagioni i cattolici seppero dimostrare fede e ruolo civico, partendo proprio dal contrasto alla deriva individualista e liberista. Oggi questi temi sono le unioni civili gay, il divorzio breve, il testamento biologico, la revisione della legge 40, la piena attuazione della 194, l’educazione sessuale, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, e molto altro. Una visione che non ceda all’individualismo, a un’interpretazione delle libertà disgiunta dalla responsabilità è quanto mai necessaria, e i cattolici a sinistra si sono misurati e spero proseguiranno a farlo, sapendo che la risposta non può essere frammentaria. Un sentimento di comprensione vera dei nuovi fenomeni sociali, valutati per quello che sono con un atteggiamento di fiducia, è possibile, partendo dalla considerazione che la vita, la morte, gli amori sono eventi cui con grande fatica le donne e gli uomini si misurano cercando conforto, comprensione e aiuto. I cattolici possono interpretare un ruolo decisivo se accanto all’attenta disamina delle proposte non dimenticheranno mai che voler bene alla propria Chiesa significa anche ricordare alla gerarchia i suoi limiti, le sue arretratezze, le troppe contraddizioni.

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Il fascista omosessuale che nascose un ebreo – settimanale gli Altri

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di Aurelio Mancuso

Di storie simili se ne sono sentite raccontare da alcuni partigiani, o da qualche persona che ha conosciuto luoghi e fatti, ma mai era emerso un racconto così emblematico: un fascista omosessuale che per un anno ha nascosto un ebreo. Siamo in Calabria e lo scrittore  Mario Campanella si è appassionato a una vicenda scoperta per caso, grazie al racconto di un amico che l’aveva ascoltata dal nonno. Paolo Furgiuele, originario di Cosenza, nativo di Castrovillari, fascista, omosessuale, impiegato al Dazio, ospitò a casa un ebreo, lo nascose per un anno facendolo sfuggire all’internamento nel lager di Ferramonti. C’è voluto molto tempo per riuscire ad avere conferme di questa storia, difficile reperire documenti ufficiali andati distrutti o dispersi in varie amministrazioni. Poi la svolta, con la conferma dell’esistenza di un uomo, appunto Paolo Furgiuele, figlio unico, ricco di famiglia, militante convinto del Pnf e omosessuale, lo scrittore può iniziare ad indagare. Naturalmente la sua condizione era segreta, ma come si sa, nei paesi, niente rimane davvero riservato, anche se il giovane da come si sa, era non solo silenzioso ma anche poco praticante. Quindi, il giovane fascista ospitò per circa un anno un ragazzo ebreo greco, di madre italiana, che arrivò in Calabria nel 1943 per scampare dalla reclusione. Secondo i testimoni dell’epoca, tre anni dopo la guerra, il ragazzo ebreo tornò a Tarsia, con la moglie e un figlio di pochi mesi per ringraziare il militante fascista. Dell’omosessuale calabrese si sono perse le tracce, unica certezza che intorno agli anni ‘60 si trasferì a Roma. La storia è davvero molto bella e Campanella ha deciso di scrivere un libro e già un adattamento teatrale. Naturalmente l’autore non anticipa se ha saputo del perché Paolo decise di ospitare il giovane ebreo, se si hanno notizie della loro convivenza, di come riuscì a nasconderlo. Per ora ci accontentiamo di rilevare come pur in quegli anni tremendi, identità, sensibilità, segreti, che per forza si dovevano nascondere, potessero incontrarsi e far nascere amicizie e solidarietà vietate, in un’Italia, che ha perso molta memoria, e per questo è ancora così indietro.

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