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Caro Barca, su gay e diritti civili il tuo manifesto è vecchio come il Pci.

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Fabrizio-BarcaDopo aver letto con pazienza, e qualche difficoltà le 55 cartelle del documento di Fabrizio Barca, i sentimenti che mi sovrastano sono: confusione, stupore, attesa. Non entro nel merito delle proposte economiche non avendo competenze adatte a commentare questa sorta di terza via proposta dal ministro, mi sembrano interessanti le suggestioni sui partiti, il loro necessario mutamento e soprattutto distacco dall’occupazione dello Stato. Non meno interessanti sono le analisi sul Pd, sul correntismo esasperato, e sull’effettiva carenza di democrazia. Anche le riflessioni sul come riorganizzare il campo della sinistra, la critica al mero utilizzo dei mezzi informatici (M5S) e di diversi e storici difetti del Pd induce a un approfondimento scevro da pregiudizi.

Cosa ingenera stupore? Si tratta di un lungo scritto d’impronta maschile, pensato con un sentimento neutrale, dove gli attori che agiscono nella società sono asessuati, dove le aspirazioni e le azioni sono spogliate da qualsiasi conflitto dei e tra i generi. Non una parola di senso sulla vera democrazia che si manifesta nell’uguaglianza di opportunità e di gestione dei poteri da parte dei generi. Le donne sono nominate in un solo passaggio, quando, nel ragionamento sulla riforma del Pd, si richiama la necessità di orari di apertura dei Circoli compatibili con quelli delle donne, degli anziani, e così via. Speriamo di aver tempo di aprire un reale confronto, ma il documento se intende essere una tesi politica, va completamente riscritto, perché una società di donne e di uomini pretende che le idee e le politiche siano davvero nominate. Consigliandomi di essere attendista, affronto la seconda questione.

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Papa Francesco: non chiamatelo progressista – settimanale gli Altri

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Papa-Francesco

E sui gay è nel solco della tradizione

di Aurelio Mancuso

Ci sono diversi fraintendimenti che vanno chiariti. In primo luogo l’elezione del papa Francesco non è per ora  un segnale di concreto mutamento della complessa realtà che va sotto il nome di chiesa cattolica. Ho già chiarito in altro articolo che un papa non può da solo smontare, se mai lo volesse, un’organizzazione che ha nell’esistenza dello Stato Vaticano  il peccato storico di una chiesa-potere che il Concilio Vaticano II ha tentato timidamente di mettere in discussione. Da un arcivescovo latino americano, gesuita, rigorista e dalle visioni morali e sociali tutte intrise di conservazione, cosa ci si può attendere? Un altalenante ambiguità tra la necessità di modernizzare (che per la sua mentalità si ispirerà a un tentativo di rielaborazione della chiesa patristica) e una proposizione pastorale di concetti conservatori in materia di libertà, secolarizzazione, diritti civili. Un fermo e duro sostenitore dei fondamenti su cui poggia una chiesa da riformare, ma di cui non mettere in discussione alcuni pilastri, su cui convergono tutte le anime politiche e teologiche del collegio cardinalizio. Per questo bisogna mettere sull’avviso tutti i superficiali commentatori che indicano Bergoglio come “progressista”. (altro…)

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Il fascista omosessuale che nascose un ebreo – settimanale gli Altri

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di Aurelio Mancuso

Di storie simili se ne sono sentite raccontare da alcuni partigiani, o da qualche persona che ha conosciuto luoghi e fatti, ma mai era emerso un racconto così emblematico: un fascista omosessuale che per un anno ha nascosto un ebreo. Siamo in Calabria e lo scrittore  Mario Campanella si è appassionato a una vicenda scoperta per caso, grazie al racconto di un amico che l’aveva ascoltata dal nonno. Paolo Furgiuele, originario di Cosenza, nativo di Castrovillari, fascista, omosessuale, impiegato al Dazio, ospitò a casa un ebreo, lo nascose per un anno facendolo sfuggire all’internamento nel lager di Ferramonti. C’è voluto molto tempo per riuscire ad avere conferme di questa storia, difficile reperire documenti ufficiali andati distrutti o dispersi in varie amministrazioni. Poi la svolta, con la conferma dell’esistenza di un uomo, appunto Paolo Furgiuele, figlio unico, ricco di famiglia, militante convinto del Pnf e omosessuale, lo scrittore può iniziare ad indagare. Naturalmente la sua condizione era segreta, ma come si sa, nei paesi, niente rimane davvero riservato, anche se il giovane da come si sa, era non solo silenzioso ma anche poco praticante. Quindi, il giovane fascista ospitò per circa un anno un ragazzo ebreo greco, di madre italiana, che arrivò in Calabria nel 1943 per scampare dalla reclusione. Secondo i testimoni dell’epoca, tre anni dopo la guerra, il ragazzo ebreo tornò a Tarsia, con la moglie e un figlio di pochi mesi per ringraziare il militante fascista. Dell’omosessuale calabrese si sono perse le tracce, unica certezza che intorno agli anni ‘60 si trasferì a Roma. La storia è davvero molto bella e Campanella ha deciso di scrivere un libro e già un adattamento teatrale. Naturalmente l’autore non anticipa se ha saputo del perché Paolo decise di ospitare il giovane ebreo, se si hanno notizie della loro convivenza, di come riuscì a nasconderlo. Per ora ci accontentiamo di rilevare come pur in quegli anni tremendi, identità, sensibilità, segreti, che per forza si dovevano nascondere, potessero incontrarsi e far nascere amicizie e solidarietà vietate, in un’Italia, che ha perso molta memoria, e per questo è ancora così indietro.

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L’altra altra metà del cielo… continua

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Martedì 27 novembre 2012, dalle ore 17 alle ore 19, presso Palazzo Valentini – Sala Peppino Impastato, via IV Novembre 119A, si svolgerà lapresentazione del documentario “L’altra altra metà del cielo… continua” diMaria Laura Annibali, per la regia di Laura Valle. A due anni di distanza dal suo primo film, Maria Laura Annibali torna sull’argomento con una nuova opera nella quale, come anche il titolo suggerisce, continua a indagare nella realtà ampia e variegata del lesbismo. Il tessuto di questo secondo film è ancora l’intreccio di varie interviste a donne molto diverse tra loro che hanno in comune la scelta lesbica. Prendono parte all’incontro oltre l’AutriceImma Battaglia Presidente Associazione Di’ Gay Project; Marco De Giorgi Direttore Generale UNAR; Carla Di Veroli Assessora alle Politiche Culturali Municipio Roma XI; Fabrizio Marrazzo Portavoce Gay Center; Aurelio Mancuso Presidente Equality Italia; Donatina Persichetti Presidente Consulta Femminile Regionale e Pari Opportunità. L’evento a cura delMunicipio Roma XI Assessorato alle Politiche Culturali, Giovanili e delle Pari Opportunità si svolge con il patrocinio della Provincia di RomaIngresso libero.

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Aurelio Mancuso (Equality Italia) contro Vauro: “Su Fiorito una vignetta ignobile, fa schifo”

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“E’ una vignetta che fa schifo, semplicemente ignobile”. Questo il commento di Aurelio Mancuso, attivista per i diritti LGBT e presidente di Equality Italia, alla vignetta disegnata da Vauro e pubblicata oggi su Il Fatto Quotidiano. Lo schizzo rappresenta Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl nel Lazio, nel panni del carcerato. Con lui in cella altri due carcerati, che lo guardano con fare minaccioso. “Ebbravo Batman… Adesso però ce fai Wonder Woman”.

“E’ una vignetta che non fa ridere per niente”, commenta Mancuso. “Mette insieme, con pessimo gusto, due questioni assai delicate: la violenza sessuale dentro le carceri e la condizione degli omosessuali e dei transessuali dentro le carceri”.

Per Mancuso, il disegno di Vauro è “ignobile” perché prende in giro le persone “per una condizione non scelta da loro”. “In questo Paese, a differenza di altri paesi più civili, i detenuti non hanno diritto alla sessualità”, commenta il fondatore di Equality ed ex presidente nazionale di Arcigay. “Non ci sono le cosiddette stanze dell’amore e i carcerati non hanno diritto a trascorrere momenti di intimità con le persone amate”. Per Mancuso, questo è già di per sé un buon motivo per non ironizzare sulla vita sessuale dei detenuti, visto che gli è di fatto privato l’amore.  (altro…)

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