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“Ebreo nazista”: sul web insulti a Profumo – La Repubblica

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Nel mirino del sito antisemita Holywar il ministro dell´Istruzione, il presidente di Equality Italia Mancuso e il giornalista di Repubblica Pasqua

ROMA – Una foto del ministro dell´Istruzione, Francesco Profumo, con il numero satanico 666 sulla fronte e la definizione di «ebreo nazista». Lo ha pubblicato il sito antisemita Holywar, Guerra Santa, che negli ultimi mesi aveva già attaccato il premier Mario Monti e gran parte dell´establishmenti americano «ebraico sionista».

Profumo, che non ha voluto commentare, secondo Holywar si è reso colpevole, nei giorni scorsi, di aver chiesto un minuto di silenzio per i bambini uccisi a Tolosa e non per «i 1500 bambini palestinesi ammazzati dallo Stato nazista di Israele».  continua a leggere

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Liste antisemite: insulti a Profumo, Mancuso e Pasqua. Condanna dal mondo politico e comunità ebraica

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 Una foto del ministro dell’istruzione Francesco Profumo con sulla fronte il numero 666, e la definizione di “ebreo nazista”, per aver chiesto un minuto di silenzio per i bambini uccisi a Tolosa e non per “i 1500 bambini palestinesi ammazzati dallo Stato nazista di Israele”. Lo ha pubblicato il sito antisemita Holywar, non nuovo a queste azioni. Nel mirino anche il giornalista di Repubblica Marco Pasqua e il presidente di Equality Italia Aurelio Mancuso. Solidarieta’ a Profumo e’ venuta dalla parlamentare del Pd, Paola Concia, da Nichi Vendola presidente di Sinistra Ecologia Libertà e dal mondo delle associazioni dei diritti gay. Solidarieta’ anche dalla comunita’ ebraica, gia’ colpita la scorsa settimana dallo stesso sito con le liste antisemite: “Siamo costernati, ma non sorpresi per gli insulti rivolti ancora una volta da questo sito nei confronti del ministro Profumo. (altro…)

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Sito antisemita pubblica immagini e insulti contro ministro Profumo, il nostro presidente e il giornalista Marco Pasqua

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Il sito antisemita http://www.holywar.org/PROPAGAN.htm ha pubblicato una foto del Ministro Francesco Profumo, definendolo “ebreo nazista”, e apponendogli sulla fronte il numero “666” per aver chiesto un minuto di silenzio per i bambini uccisi a Tolosa, e non per i 1500 bambini palestinesi ammazzati dallo “Stato nazista di Israele”. In un’altra foto, ritraente il nostro presidente nazionale Aurelio Mancuso, cui sulla fronte oltre al “666” è stampata una stella di David al cui centro c’è la croce uncinata, simboli complessivamente colorati con il rainbow gay, l’attacco è portato al giornalista Marco Pasqua, collaboratore di La Repubblica, reo di aver pubblicato articoli contro il sito in questione. Questa colleganza tra il nostro Presidente e il giornalista, se a una prima lettura può sembrare incomprensibile, è invece un chiaro riferimento del fatto che da una parte Aurelio Mancuso, da sempre impegnato sui temi dell’antisemitismo e del razzismo, è un leader storico del movimento gay italiano, quindi, doppiamente “colpevole”, dall’altra Marco Pasqua è un giornalista che da tempo si occupa di siti e organizzazioni razziste, antisemite, omofobe. Insomma in un colpo solo si intende intimorire due persone, evidentemente odiate da questo e altri siti. Esprimiamo al nostro Presidente, a Marco Pasqua e al ministro Profumo la nostra solidarietà e sostegno, sicuri che questi vergognosi attacchi non faranno altro che rafforzare il loro impegno contro ogni forma di odio.

Comitato Nazionale di Coordinamento Equality Italia

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Africa, Ban Ki Moon chiede di rispettare i diritti dei gay – Repubblica.it

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Il segretario generale dell’Onu, a pochi giorni dall’uccisione in Uganda di un attivista omosessuale, lancia un monito ai Paesi del continente contro le discriminazioni su base sessuale. In Italia le associazioni chiedono un impegno del nostro governo

A POCHI giorni dal primo anniversario della morte di David Kato, l’attivista gay barbaramente ucciso in Uganda, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, lancia un monito ai Paesi africani, in difesa dei diritti delle persone omosessuali. Lo fa parlando ad Addis Abeba, durante il 18° summit dell’Unione africana, di fronte ai capi di stato e di governo di Paesi in cui i gay non solo non vengono tutelati, ma possono anche essere uccisi. Nella stragrande maggioranza degli Stati, l’omosessualità è un reato, e le persone Glbt rischiano il carcere. Le violenze (oltre alle discriminazioni) sono spesso incoraggiate dalla stampa locale ma anche dai leader politici. Le eccezioni sono poche: una di queste è rappresentata dal Sud Africa (quando, qualche giorno fa, il re degli Zulu ha insultato i gay, è stato ripreso dal presidente sudafricano, che ne ha preso le distanze).

 La discriminazione sulla base dell’identità sessuale “è stata ignorata o perfino approvata da numerosi Stati per troppo tempo”, ha sottolineato oggi il numero uno dell’Onu. “Questo ha spinto i governi a trattare le persone come cittadini di seconda classe, o perfino come criminali. Combattere queste discriminazioni è una sfida, ma non dobbiamo abbandonare le idee della Dichiarazione universale dei diritti umani”. (altro…)

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Omosessuali, rom, disabili le vittime senza nome dell’Olocausto

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Eccidi dimenticati. Sperimentazioni a lungo negate, per lo più su bambini. Accanto agli ebrei, sono centinaia di migliaia le persone morte nei campi di sterminio nazisti. Alcune associazioni stanno provando a dar loro un volto e una voce

Aktion T4, Porrajmos e Omocausto. Hanno un nome, quelli che in molti definiscono gli Olocausti dimenticati. Disabili, rom e omosessuali sterminati durante gli anni del nazismo, grazie anche al ruolo svolto dai regimi fascisti collaborazionisti.

Spesso non hanno più un volto e una voce, perché furono in pochi a sopravvivere ai folli piani di sterminio messi in atto da Hitler e a poter, quindi, trasmettere quella Memoria, fondamentale per tramandare le atrocità commesse dall’uomo. Anche la matematica dell’orrore, quella che dovrebbe documentare e far comprendere nella sua brutalità numerica, con le cifre delle persone morte, la portata di questo sterminio, deve fare i conti con documenti fatti sparire o con (è il caso dei rom) l’assenza di una tradizione scritta. Oppure, come avviene per i gay, con la negazione della loro omosessualità, anche dopo la liberazione dai campi di concentramento.

VIDEO – “Io, tra i malati da sterminare” 1

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