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“Non vogliamo essere tollerati ma inclusi e celebrati”

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Settimanale “gli Altri” venerdì 13 maggio 2011 – Il tour di Stuart Milk in Italia con Equality

di Aurelio Mancuso

“Nancy Pelosi mi fece leggere, in occasione dell’apertura di un centro dedicato a mio zio, le tracce del suo discorso inaugurale. Gli appunti erano zeppi della parola tolleranza. Allora io la guardai e dissi: io abito in Florida e mi piace stare all’aria aperta, fa sempre molto caldo e le zanzare non mancano. Ecco io tollero le zanzare. I  gay, le lesbiche, i le trans, sono le farfalle, le libellule, le coccinelle che con i loro colori rendono migliore la società. Noi non vogliamo esser tollerati, ma inclusi e celebrati!” Così Stuart Milk da Genova, passando da Torino, Magenta,  Milano, Bologna, Padova, Roma, ha intrattenuto i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, le comunità lgbt, i tanti giovani incontrati in affollate assemblee. Stuart, nipote di Harvey Milk, cui gli Altri ha pubblicato una lunga intervista due numeri fa, ha macinato oltre 3.000 chilometri in 6 giorni, non tanto per raccontare la storia del suo illustre parente, di cui tutte e tutti noi conosciamo la vicenda grazie al film a lui dedicato, ma per ascoltare e interloquire con le persone che hanno avuto voglia di relazionarsi con una delle personalità mondiali più impegnate sul terreno dei diritti umani e civili. Stuart ha regalato a Equality Italia, che ha organizzato il tour in collaborazione con il sito gaynews24.it, con il sostegno di Comuni e Province, associazioni lgbt, festival del Cinema di Torino e Padova, di sponsor privati come Antonplast, una lezione di formazione politica e di esperienza personale straordinaria. Difficile fare un sunto, certamente per noi italiani, impegnati a dar sfogo alle nostre divisioni, a innalzare muri, rancori, strumentalizzazioni ideologiche, Milk può esser stato percepito come un extraterrestre. Per lui le due questioni fondamentali su cui lavorare sono l’unità della battaglia su tutti i diritti civili, e la necessità di ampliare l’autenticità, che non è solamente la visibilità come strumento di liberazione, ma come necessità per essere coerenti rispetto alle proprie aspirazioni. Nel corso della preparazione del tour, Milk ha voluto conoscere in modo dettagliato il profilo di ogni personalità e gruppo che avrebbe incontrato. Era consapevole che vista la sua autorevolezza internazionale, i politici, di destra e di sinistra avrebbero avuto nei suoi confronti un atteggiamento cerimonioso e disponibile. Non si è fatto mai distrarre, tenendo sempre fermo il punto sulla necessità da parte della politica non solo di riconoscere i diritti, ma di comprendere profondamente la società, le articolazioni sociali, culturali e intime delle persone. A ognuno ha saputo prestar ascolto e fornire risposte essenziali e dirette, proponendo con cortesia suggerimenti o incitamenti. E noi, vivendo in questo Paese strano e complicato, abbiamo dovuto ammettere, come Stuart Milk ci ha consigliato, che “non bisogna farsi travolgere dalla rabbia e dalla frustrazione”. Con garbo e orgoglio ha regalato ai vertici istituzionali targhe e riconoscimenti, e soprattutto il bellissimo libro “The Harvey Milk story”, scritto da Kari Krakow e illustrato da David Gardner, che ogni anno in occasione della festa nazionale che ricorda la nascita di Milk, viene distribuito nelle scuole ai bambini dagli otto anni in su. Un’iniziativa assolutamente impensabile in Italia, infatti, evidente era lo stupore di chi tra alcuni nostri politici ha ricevuto questo dono. Stuart ha ricordato, quando al suo dodicesimo compleanno Harvey gli regalò un libro con una dedica “Tu sei la medicina del mondo. Un potente medicina, che il mondo forse non è pronto a ricevere, per questo sei così tanto necessario”. Viaggiare per le città d’Italia, insieme con lui, a Michael Colby, direttore della Harvey Foundation, in treno e in auto, mi ha fatto più volte pensare come loro ci avrebbero percepito, come avrebbero reagito davanti alle diverse tipologie di incontri e conferenze. Non nascondo di aver provato inquietudine, con un intimo sentimento di preoccupazione, per aver peccato di presunzione nell’aver proposto a Milk un tour così estenuante. Per Equality Italia era necessario poter mettere in relazione la vastità dell’esperienza e di relazioni internazionali di Stuart Milk e la comunità lgbt, per fornirgli strumenti nuovi di riflessione e di azione, per aiutarla a uscire dal comprensibile attuale scoramento di vivere in un Paese arretrato e per troppi versi incivile. Stuart ha promesso di tornare, noi per ora lo abbiamo “incastrato” inserendolo al primo posto del nostro Comitato d’Onore, perché questo legame tra l’Italia e lui, le personalità internazionali come Obama e Nancy Pelosi, lo vogliamo rafforzare, condividendo con Milk un patto d’azione, che ci impegna di mettere in relazione tutti i diritti civili,  quelli delle italiane e degli italiani e di tutti gli abitanti del mondo. Stuart Milk non si è fatto trovare impreparato, e con stupore ho dovuto incassare l’attribuzione della medaglia d’onore, che la fondazione ha finora riconosciuto a cinque personalità al mondo. Che dire? Dovremo tutte e tutti dimostrare che ci meritiamo questo enorme gesto di fiducia. Grazie Stuart!

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Il consulente di Obama incorona Genova città dei diritti

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Repubblica ed Genova – 03/05/2011 – di Donatella Alfonso

«Non c´è differenza tra i diritti civili: sono comunque di tutti, che si tratti di bianchi e di neri, di omosessuali o altro. Per questo bisogna lottare. Il presidente Obama ha dato la certezza che le libertà garantite dalla Costituzione americana devono sempre essere rispettate. Questa è la cosa più importante». Stuart Milk, avvocato americano consulente di Barack Obama in campagna elettorale per i diritti civili, ha raccolto l´eredità militante dello zio Harvey Milk, il politico bandiera dei diritti civili dei gay che nel 1978 fu assassinato insieme al sindaco di San Francisco George Moscone (la vicenda raccontata da Sean Penn nel film Milk). Lui, l´avvocato che ha fondato e presiede la Harvey Milk Foundation, a difesa di tutti i diritti civili, inizia da Genova, città dei diritti, un viaggio italiano, con il quale insieme al movimento Equality Italia guidato da Aurelio Mancuso, si sensibilizzi il mondo politico proprio sulla necessità di dare voce ai diritti civili, come si è ripetuto nell´incontro di ieri sera a Palazzo Tursi. E Marta Vincenzi, ha chiarito Mancuso – un aereo in ritardo ha impedito l´incontro a quattr´occhi tra Milk e la sindaco – «non solo fa parte del comitato d´onore di Equality Italia, ma ci ha chiesto di collaborare a riflettere, in vista dell´adozione del nuovo piano regolatore, sulla città dell´opportunità».

 

Genova e i diritti civili “Il luogo delle opportunità”

“Il luogo delle opportunità” Stuart Milk: “Ecco dov´è la forza di Obama”

Il militante per le libertà civili ieri a Tursi. Mancuso: da qui un impegno contro l´omofobia

Cos´è la città delle opportunità? «Una città in cui si tenga conto anche delle diverse famiglie, i tanti single, le coppie di fatto gli studenti, chi ci vive per un periodosoltanto: e quindi le varie necessità che tutti portano – risponde Mancuso – Alla Vincenzi daremo, quindi, le nostre riflessioni per disegnare una città che sia a misura di tutti». Ma Genova, che ha dimostrato la sua apertura al movimento LGBT con il gay pride del 2009, si pone anche come città contro l´omofobia: una nuova campagna contro tutte le discriminazioni, non solo quelle relative al genere sessuale, sarà sostenuta anche dal Comune, ha garantito la sindaco, insieme ad altri comuni italiani e a diversi soggetti, associativi e anche politici, confidano ad Equality Italia. Stuart Milk, intanto viaggia per il mondo, tiene conferenze, assiste e difende le associazioni per i diritti degli omosessuali, spiega agli studentiquale sia stata l´importanza dell´azione dello zio, quarant´anni fa; e con grande commozione, al di là di aver fatto parte del suo staff, ha ricevuto da Obama la Medal of Freedom , la Medaglia della Libertà, alla memoria dello zio.«Mi fa piacere essere accolto qui a Genova, che so che ha voluto definirsi città dei diritti – spiega Milk – certo, è un intento importante, ma resta molto da fare».E non soltanto, ricorda l´attivista americano, per quanto riguarda il riconoscimento del matrimonio gay, che la California aveva deciso di abolire sottoponendo poi il tema ad un referendum popolare che l´ha ristabilito: «Insomma, quello in fondo è un tema che riguarda il 2-3% della popolazione.

Ma i diritti civili sono altro. Anche negli Stati Uniti: ricordiamoci che ancora negli anni ´60 in Virginia bianchi e neri non potevano viaggiare insieme sul bus, che c´era una separazione tra le persone – aggiunge Stuart Milk – E questo anche se esistono leggi che garantiscono gli stessi diritti a tutte le persone». L´elezione di Barack Obama, di cui è stato collaboratore in campagna elettorale, ha cambiato ancora l´America , ha dato la possibilità di avere nuove leggi, ancora più garantiste? «Io penso che non ci sia bisogno di nuove leggi, semplicemente di far applicare quelle che già esistono – ribatte Milk – E in questo caso l´azione di Obama è stata formidabile. Non ha fatto altro che rinforzare la Costituzione…».

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